“Per vincere le solitudini bisogna andare oltre la solidarietà. L’impegno del movimento antimafia deve andare nella direzione della creazione di un movimento popolare in cui le donne devono avere un ruolo fondamentale.”
Anna Puglisi
“La donna è sempre stata fondamentale nel replicare e rafforzare valori e cultura mafiosi. E tocca alle donne della società civile elaborare valori e culture diverse.”
Pino De Luca
“Le donne nelle mafie non hanno più ruoli ancillari. Non sono solo madri, mogli o figlie che assistono la latitanza o presidiano attività secondarie come l’usura, la prostituzione o lo spaccio. Ormai partecipano in prima persona ai summit e decidono punizioni e morti.”
Barbara Sargenti
“È indispensabile rimanere vigili, gli alleati più cari alle organizzazioni criminali sono i cretini, coloro che, non conoscendo il fenomeno, sono inconsapevolmente funzionali alle logiche delle cosche.”
Nando Dalla Chiesa
Queste frasi, insieme a molte altre considerazioni, ci hanno fatto intraprendere la ricerca che sarà visibile in questa mostra: quarantacinque pannelli in cui raccontiamo la storia di tante donne che hanno fatto dell’impegno contro le mafie la ragione della loro vita e anche di quelle che non sono uscite da una cultura di morte. La lotta alle varie forme in cui si manifestano le mafie non può essere delegata esclusivamente alle forze dell’ordine e alla magistratura. Il livello di attenzione verso i fenomeni di infiltrazione nelle nostre realtà e nelle nostre vite ci riguarda tutti e tutti possiamo fare qualcosa:
- guardare, ascoltare, parlare; cercare solidarietà in associazioni che possono aiutarci a non lottare da soli,
- non rimanere indifferenti e passivi di fronte a atteggiamenti di sopraffazione del più debole,
- guardare, anche dentro di noi, le infiltrazioni nei comportamenti quotidiani: chiedere o accettare “favori” da chi ha più potere ad esempio,
- scegliere chi amministra la cosa pubblica non delegando, ma assumendo il ruolo di cittadini attivi e partecipi.
Nei mesi di preparazione di questa mostra le organizzatrici sono state a volte scoraggiate dalle storie terribili di cui man mano venivano a conoscenza e dalla vastità dell’impresa di farle conoscere agli altri. Le tante donne che hanno fatto della lotta alle mafie la loro ragione di vita le ha spinte a continuare. A tutte un ringraziamo.